sabato, dicembre 04, 2004

La trilogia della città di K

Due fratelli. Due gemelli. Forse la stessa persona. Forse le stesse vicende viste da occhi diversi. O semplicemente in modo diverso. Incastri piu’ di emozioni che di coincidenze .
Una guerra, mai definita. Un paese che somiglia tanto all’Ûngheria. Rivoluzioni, epurazioni, povertà e infine il turismo senza memoria.
Ma Lucas e Claus sono gli unici protagonisti della trilogia di Agota Kristof.. E con loro, il tema del “doppio” declinato in una serie sempre piu’ elaborata di intersezioni.
Ma a fare del romanzo dello Kristof un testo da ricordare e segnalare, è piuttosto la prosa scorrevole ma innaturale, la costruzione lineare ma inquietante, i dialoghi semplici ma sconcertanti.
Capiterà piu’ volte, allora, di fermarsi. E meditare. Di rileggere. Di soffermarsi su ciascuna parola. E rimanere scossi. L’ambiente cambia spesso. Rapidamente gli eventi si susseguono, ma non ci si puo’ liberare dall’ inquietudine che ci ha avvolto. Sin dall’inizio. Già dalle prime immagini che si focalizzano. Forti, schiette, emozionanti.
Impressionanti. Gesti, azioni, scelte che naturalmente ed inesorabilmente si fanno, avvengono, si vedono. Che si descrivono e sconvolgono. Senza bisogno di altre parole.
Alla fine del libro i nostri occhi sono pieni d’immagini. Poi ci facciamo caso. E non ricordiamo nessuna descrizione.

Agota Kristof
“La trilogia della città di K”

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