mercoledì, novembre 10, 2004

Cinema d'autunno

Le chiavi di casa
Gianni Amelio prova a fare un film col cuore e ci riesce a metà. Emoziona e commuove, e non sono lacrime a dirotto, non sono sensi di colpa e non c’è un mondo cattivo intorno. Piuttosto tentativi : di un padre che accarezza un figlio lontano, disperazioni che si stemperano in gesti teneri e lievi, sguardi che virano all’angoscia e dirottano dall’ipocrisia. E sono tentativi anche quelli di una regia che aspetta una sentenza quando è già stato detto tutto senza parole o che si autocompiace dell’intimità che costruisce, che si perde nella complicità o nella freddezza dei luoghi. Tentativi che fanno del film di Amelio un oggetto curioso. Che si fa amare senza farsi giudicare.
Voto :7

Le conseguenze dell’amore.
Pochi mesi fa, nel cuore delle mie notti insonni, ero rimasto incantato da un film italiano. Delizioso, intelligente e spiazzante. Era “ L’uomo in piu’”. Il regista: uno sconosciuto napoletano. Paolo Sorrentino. Ma da dove saltava fuori? Un rigore e una passione narrativa che mai avrei potuto immaginare in un cinema italiano cosi’ asfittico e autoreferenziale. E quasi sempre noioso. Meravigliarsi allora che il suo secondo film sia stato l’unico “italiano” invitato all’ultimo festival di Cannes? Ma la sorpresa c’è stata. Anche il secondo film è bello, intelligente ed intrigante. Cambia la scena, cambiano i colori, non la crudeltà della vita, e la rassegnazione alla sopravvivenza. Vite al limite e paradossi da teatro pirandelliano nel mondo del grottesco. Uno splendido Toni Servillo è, nell’Uomo in piu’ un cantante in rovina, e ne “Le conseguenze dell’amore” uno scontroso commercialista nella Lugano dei paradisi fiscali. Ma è soprattutto un’anima inquieta, che deve fare i conti con catene strette ai polsi e al cuore. Le incongruenze contano poco.
Voto : 7

La mala educacion
E finalmente Almodovar. Che fallisce per inerzia. Ormai troppo simile a se stesso, cade perché ormai il suo cinema si fa da sé. Senza la necessità o il rischio di uno sporco coinvolgimento. Cade in piedi, il maestro. Sa ancora regalare quadri affascinanti e momenti di regia carichi di simboli, allusioni, metafore, emozioni e una quantità smisurata di stile. Ma da Tutto su mia madre in poi ( capolavoro dell’ultimo Almodovar ) sempre piu’ maniera e sempre piu’ cinema patinato, Cosa abbiamo fatto noi per meritare questo?
N.B, E’ un film interessante, ma da Almodovar ci si aspetta solo il capolavoro.
Voto : 6

Il segreto di Vera Drake
Le premesse : piu’ che il leone d’oro a Venezia, vale ricordare che Mike Leigh è il regista di splendidi spaccati della realtà contemporanea inglese quali Segreti e bugie e Tutto o niente.
Il tema : gli aborti clandestini nell’Inghilterra puritana e classista degli anni ’50.
Vera Drake aiuta tutti con il sorriso sulle labbra, con una abnegazione parossistica ed un’ingenuità indecifrabile. Aiuta anche delle ragazze. Le ragazze in difficoltà. Con una siringa Higginson e sapone grattugiato. Fino a quando una di loro rischia di morire.
Tutto ben raccontato, ben recitato, ben costruito, sceneggiato, ambientato. Ma rimpiango le imperfezioni e la verità delle storie di angoscia quotidiana nell’Inghilterra contemporanea. I segreti e le bugie. Quelle vere.
Voto : 6.5

Mare dentro
Ribadisco. L’ho trovato fasullo e noioso. Un tv- movie patetico che fa male alla causa, sacrosanta, dell’eutanasia. Incredibile Leone d’Argento e Coppa Volpi a Venezia.
Voto :3

Se mi lasci ti cancello
Perché l’ho visto? Non bastava il titolo per starne alla larga? Neanche i ragazzini armati di pop corn che stazionavano all’ingresso in attesa dei posti migliori? Neanche la stupidissima faccia di gomma di Jim Carrrey e la Titanic girl Kate Winslett? Neanche le recensioni entusiaste dei professionisti della critica generosa e sconsiderata? Neanche la pericolosissima vicinanza a temi da Lifegate? Non è bastato. E l’ho visto. E, secondo questo film, potrei anche non dimenticarlo. Questa è sfiga.
Voto : 4

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