giovedì, dicembre 02, 2004

Divorzio a Buda

Il rinnovo del prestito non è stato possibile.Già prenotato.
Ci sono, più o meno, 24 ore. E tante cose da fare.
Ma la giornata è umida e grigia. 200 pagine. Ci provo.
Un fiato. Scorre via come un film d’epoca. In costume.
Come una guida su una città amata.
Come certe serate tra amici, tra chiacchiere, carte da gioco e buon vino.
E mettendosi il cappotto, un brivido, una vertigine. La sensazione di non vivere.
Inaspettata.
Scorre ancora. Ma è amaro. Come resistere alla vita.
Come chiedersi cos’è l’amore.
La condiscendenza o il parossismo?
La confidenza o la complicità?
Illusione o pazzia?
Paradossi o tragedie?
Comunque inevitabile. Come la vita e la morte.
Quello di Sandor Marai è un romanzo in tre atti.
Banali considerazioni di un giudice divorzista.
Sipario.
Una merencena tra amici e familiari nel cuore di Buda.
Sipario.
Nello studio del giudice : la tragedia, l’inevitabilità e l’indecifrabilità dell’amore.
Fine.
E’ il primo romanzo di Marai che leggo. Apprezzabile, a tratti intelligente. Una prosa piana, descrittiva ed efficace. Decadente e disincantato parlando d’amore.
Intanto, la nostalgia di rileggere le opinioni di un clown. Sull’amore.

Sandor Marai
“Divorzio a Buda” 6.5

Nessun commento: